Diritti

Parlamento Ue: approvata la direttiva contro la tratta degli esseri umani

La normativa criminalizza non solo lo sfruttamento lavorativo e sessuale, ma anche il matrimonio forzato, l’adozione illegale e l’abuso della gestazione per altri (quindi non la pratica in sé)
Credit: Carlos Torres 
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24 aprile 2024 Aggiornato alle 20:00

Con 563 voti a favore, 7 contro e 17 astensioni, gli eurodeputati hanno approvato ieri, 23 aprile, la direttiva per contrastare e prevenire la tratta di esseri umani e per sostenere le vittime.

Non si parla solo di sfruttamento lavorativo e sessuale: il nuovo provvedimento criminalizza a livello europeo anche il matrimonio forzato, l’adozione illegale e lo sfruttamento della gestazione per altri (nonostante la pressione dell’ala conservatrice, che avrebbe voluto riconoscere la Gpa come reato almeno a livello europeo, la direttiva non condanna la pratica in sé, ma appunto solo il suo sfruttamento).

«12 anni dopo l’adozione della direttiva, si è resa necessaria una revisione, poiché la tratta sta diventando sempre più sofisticata e le risorse a nostra disposizione sono rudimentali - ha dichiarato Eugenia Rodríguez Palop, co-relatrice spagnola, Left Eu - Dobbiamo essere in grado di trovare le vittime in anticipo, proteggerle e sostenerle: dunque, abbiamo coraggiosamente migliorato la proposta. La tratta è tortura, l’autore del reato deve pagare per ciò che ha fatto e la vittima ricevere un risarcimento per ciò che ha sofferto».

Nel complesso, la normativa punta in primo luogo a rafforzare il coordinamento tra le autorità antitratta e quelle competenti in materia di asilo, al fine di garantire un adeguato sostegno e protezione alle vittime; inoltre, è prevista l’introduzione di sanzioni per le imprese condannate per tratta al fine di scoraggiare comportamenti illeciti e favorire una maggiore responsabilità aziendale.

Altra importante misura: garantire che i pubblici ministeri possano scegliere di non perseguire penalmente le vittime per atti criminali compiuti sotto costrizione; è essenziale quindi che le vittime ricevano sostegno indipendentemente dalla loro collaborazione con le indagini.

Infine, la normativa propone di considerare la diffusione non consensuale di immagini o video sessuali come una circostanza aggravante nella pronuncia di sentenze, al fine di rafforzare la protezione delle vittime e punire adeguatamente i responsabili dei reati.

«Abbiamo compiuto progressi nel corso dei negoziati; le nuove forme di sfruttamento saranno criminalizzate e i diritti delle vittime, compresi i migranti, saranno migliorati – ha affermato Malin Björk (The Left), co-relatore della proposta – Stiamo anche intervenendo con disposizioni sullo sfruttamento sessuale. Abbiamo avviato un cambiamento, e ora gli stati membri dovranno sfruttare al meglio questa direttiva e garantire che donne e ragazze non siano soggette a traffici in Europa».

È ora compito del Consiglio approvare ufficialmente l’accordo: una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la direttiva entrerà in vigore dopo 20 giorni e agli Stati membri saranno concessi 2 anni per implementare le proprie disposizioni.

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