Ambiente

L’inseminazione delle nuvole e l’apprendista stregone

Le abbondanti piogge di questi giorni negli Emirati Arabi Uniti e nel vicino Oman e le possibili spiegazioni riaccendono l’attenzione sul cambiamento climatico e sul quello che l’uomo può fare (e cosa non deve fare)
Credit: Joshua Reddekopp 

Tempo di lettura 4 min lettura
24 aprile 2024 Aggiornato alle 06:30

In questi giorni negli Emirati Arabi e in Oman è piovuta più pioggia di quanta ne cada normalmente in, almeno, un anno e mezzo (almeno da quello che dicono le statistiche rilevate da 75 anni)…

Tra le varie cause, alcuni sostengono che quanto accaduto sarebbe l’effetto di un’inseminazione delle nuvole (cloud seeding) per ottenere pioggia, cosa che le autorità locali negano con forza.

Quale che sia l’effettiva causa, certo induce a pensare che qualcuno possa sostenere che si tratti di un esperimento andato a male, facendo ricordare la ballata di Goethe (magistralmente poi rappresentata nel film Fantasia di Walt Disney) in cui l’apprendista stregone, in assenza dello stregone (titolare), rende magica una scopa che inizia a bagnare a secchiate il pavimento e ramazzare senza fine, senza che l’apprendista possa porvi rimedio e anzi peggiorando sempre più la situazione, finché finalmente non torna lo stregone.

La morale della storia è nota: non iniziare qualcosa se non sai poi come porvi fine.

È da qui che voglio partire.

Seppure la causa delle piogge non fosse dovuta all’inseminazione delle nuvole, resta il fatto che negli Emirati Arabi Uniti e in buona parte del mondo, l’uomo si erge a stregone senza avere chiara l’idea delle conseguenze delle azioni che pone in essere ed è tutto un fiorire di iniziative che solo una fervida immaginazione poteva ipotizzare: a partire dal cloud seeding (operato dagli Emirati ma anche dallo Stato del Nevada per avere neve su alcune montagne) e dalla creazione di isole artificiali, la neve sparata con cannoni artificiali, sino a giungere all’ultimo progetto di ingegneria ambientale di ridurre il riscaldamento climatico attraverso la creazione di uno schermo di pulviscolo che ci protegga dai raggi del sole (progetto questo per fortuna ancora in fase di elaborazione teorica).

L’uomo misura di tutte le cose, come diceva il filosofo Protagora.

L’uomo che non solo misura la natura su se stesso ma si erge a creatore senza però considerare tutte le conseguenze delle proprie azioni, che solo il tempo ci potrà dire se erano creazioni o invece solo opere di distruzione.

E di esempi negativi purtroppo non ne mancano.

Penso alle barriere artificiali costruite per difendere le spiagge erose dal mare, che proteggono la spiaggia retrostante ma esacerbano l’erosione di quelle spiagge da esse distanti, penso agli impianti di dissalazione dell’acqua di mare, che creano una salamoia che uccide flora e fauna e alle tante opere inutili di cementificazione che hanno distrutto il territorio di molte nazioni, a partire dall’Italia e provocano frane e dissesti con il loro corollario di morte.

Per rimanere in tema di cloud seeding, un punto sarebbe poi da considerare: anche ammettendo che l’inseminazione delle nuvole possa essere teoricamente efficace e senza effetti collaterali, cosa consentirebbe a un uomo o a un governo di deviare il normale corso delle cose e fare cadere la pioggia sul proprio territorio assetando quello sul quale le nuvole naturalmente avrebbero lasciato cadere la pioggia? Sarebbe come deviare il corso di un fiume e lasciare a becco asciutto tutti coloro che da quel punto in poi da quel fiume si abbeveravano.

Di certo una cosa appare chiara: se piove copiosamente dove c’è sempre stato il deserto e diventano deserte pianure che erano verdeggianti, anche i negazionisti del cambiamento climatico dovrebbero perdere le proprie certezze e chiedersi finalmente quale sia la responsabilità dell’uomo e cosa esso possa fare per evitare la propria distruzione.

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